VOICE OVER nasce dalla trasmissione via audio della descrizione di alcune posture presenti nel mio solo […] KZ e dal passaggio istantaneo e diretto dalla parola al corpo (eterodirezione), un passaggio da corpo a corpi mediato dalla parola descrittiva.
VOICE OVER vede la compresenza nella scena di Barbara Carulli, Sara Cavalieri e Valentina Foschi, tre giovani danzatrici che hanno seguito tutto il processo di lavoro, con altre sei danzatrici (dai 20 ai 40 anni) che vengono ogni volta individuate nel luogo in cui viene presentato lo spettacolo. ogni replica è infatti preceduta da un laboratorio intensivo di quattro giorni, durante il quale tutte le danzatrici sperimentano e studiano l’eterodirezione del movimento.
la decisione di coinvolgere ogni volta 6 danzatrici viene dall’urgenza di portare al maggior numero di persone, soprattutto giovani, le storie raccolte nelle interviste da Fiorella Rodella. vedi TRACCE […] KZ e […] KZ frammento 1 la parola diventa veicolo di trasmissione tra corpi: dalle voci di 51 deportate e deportati politici registrate su audiocassette al mio corpo — dal mio corpo alla mia voce registrata — dalla mia voce ai corpi delle danzatrici. una continua oscillazione tra voci e corpi.
trasmissibilità e intrasmissibilità sono i nuclei su cui si appoggia VOICE OVER. a ottant’anni dalla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, quando ormai le persone sopravvissute a quel periodo sono pochissime, quando i venti di guerra soffiano da ogni parte nel mondo, sento il dovere morale di provare a trasmettere, di confrontarmi con corpi giovani, con donne e ragazze della stessa età delle persone deportate in quegli anni.
impariamo a creare relazioni, ad affezionarci alle forme altrui. parliamo di consonanza, mai di unisono.
CONSONANZE
cerchiamo le consonanze – concentrazione estrema
la voce in qualche modo isola – è un rapporto esclusivo tra me e la voce (agisco ascoltando) – deve diventare un rapporto a tre esclusivo: l’esterno deve entrare in questa relazione. devo sapere cosa succede intorno a me, sentire l’intorno, trovare le consonanze. le consonanze ci raccontano di un luogo unico, di uno spazio condiviso, di una condizione comune.

ph@margheritamasè
la cosa più difficile è creare ogni volta il gruppo