Una riflessione agita su come il corpo si relaziona con lo spazio ed il tempo, l’ immobilità e la mobilità. Lo spazio diventa luogo vissuto che in quanto vissuto non puo’ che essere artificioso e complesso. Come delineare la presenza piena ed abitata da personaggi che vivono l’attesa e che devono rapportarsi con l’ urgenza del fare o con la pienezza dell’aspettare. Aspettare o reagire istintivamente. Il tempo deve essere ammazzato, è il tempo duro, breve ma lungo che sembra non finire mai, è anche il potere dell’immaginazione. Impulso, slancio, resistenza, ripetizione, mobilità, repiro, questi parametri con il flusso ed il ritmo senza lo spazio emotivo non vibrano di umantà e senza energia lasciano il corpo assecondare il principio di gravità in una brusca caduta.