Roberta – Qui non è più lo spettacolo di prima, non è più quello di Steven e Margot con la loro storia, non siamo più in quella zona. Stiamo completamente in un’altra zona. In qualche modo qui ho la macchina teatrale. Come emerso anche nell’incontro con Lorenzo Donati, qui emerge l’esigenza di mostrare la struttura. E in questo finale io ho la struttura. Tu evidenzi la struttura in molti spettacoli, la fai emergere, anche perché a volte la fai sgangherare, si autodistrugge. Ma in questo spettacolo in particolare evidenzi anche la relazione. Perché in quel primo sguardo e in questo ultimo frammento al centro c’è la relazione tra scena e spettatori. In quel primo sedersi e guardarci e in questo ultimo applaudirci finale, mette in evidenza non soltanto la struttura ma anche la relazione primaria del teatro.
Gianni – Qui la musica che arriva così, dopo un’ora di spettacolo che non la contempla, ti dichiara la struttura, è come se ti dicesse – ma ti ricordi che stai guardando uno spettacolo? Ti ricordi dove sei?
Ho chiesto a Magda Guidi di utilizzare le lampadine per comporre la scritta ENTERTAINMENT nell’illustrazione di locandina. Quella scritta ci ricorda sempre quale sorgente illumina sia gli spettatori seduti sul palco che gli attori in platea: sono le luci della ribalta, le luci del teatro.
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Simona Silvestri e Mariavittoria Rumolo Iunco, coinvolte come osservatrici a Oscillazioni per raccogliere suggestioni da elaborare, in un secondo momento, in forma scritta non delle recensioni, non dei saggi su Teatri di Vetro, ma un Diario, una raccolta multiforme che possa generare un’altra possibile traiettoria di indagine rispetto a quella prettamente corporea, hanno posto agli artisti una questione:
che cosa significa per voi drammaturgia e, di conseguenza, che forma assume nella vostra ricerca.