Il corpo operaio incatenato. Il corpo operaio martoriato, recluso, misurato. Il corpo operaio schiacciato dal rullo compressore della produttività, di un tempo che è denaro. Isolato, infantilizzato, mutilato. Il corpo come destino, come fardello da cui liberarsi.
I corpi operai in rivolta, in sollevazione. In nome del rifiuto, del sabotaggio, per l’autonomia. Il contropotere di quei corpi tradito, negato, cancellato dalla Storia.
Un corpus di immagini che reclama un movimento concreto, un montaggio muscolare che ne liberi l’essenza trasformatrice contro un esistente che sul disciplinamento di quei corpi ha posto le basi di una gerarchia ormai penetrata sotto pelle.
Un corpo nella scena infine che incarna i frammenti, le tensioni, gli attriti di quei corpi per riscattarli, attraverso un montaggio vivo, dalla paralisi del tempo e della sconfitta.
FABRICA [ AAMOD ] si inscrive all’interno di FABRICA, un’indagine sui corpi del lavoro, un archivio di gesti e memorie restituito allo sguardo attraverso il corpo nella scena, i suoni, le immagini.
Archivio è parola attorno a cui ruota il progetto ELP di cui FABRICA è il più recente tassello. ELP è un articolato progetto di ricerca legato a un’indagine approfondita del corpo, delle relazioni tra i corpi e degli immaginari culturali di cui i corpi sono depositi.