L’altro… mi concerne, mi riguarda nei due sensi della parola riguardare. In francese si dice che “mi riguarda” qualcosa di cui mi occupo, ma “regarder” significa anche “guardare in faccia” qualcosa, per prenderla in considerazione. Io chiamo appunto questa “apparizione” dell’altro, il volto umano. Il volto umano è la testimonianza non del trionfo istituzionale del bene, ma della possibilità del bene, della possibilità per l’uomo di essere verso l’altro (…) Il fatto che l’uno si occupa dell’altro è il solo momento in cui c’è un’alterità totale, un’alterità che non rientra nell’ordine che io controllo, che non diventa mia. (E. Levinas)
I nostri Ritr’Atti Poetici sono atti poetici e pittorici all’impronta, con parole e tratti percorriamo i sentieri del volto di una persona che desideri essere raccontata da noi, dal vivo, in un piccolo cerchio di sguardi che si incrociano.
Visione, sguardo, stupore… e allora salto nella visione, giocoleria dello sguardo, equilibrismo dello stupore.
I Ritr’Atti Poetici incontrano il circo e si contaminano delle sue atmosfere ardimentose e incantate. Il circo è ampiezza e acrobazia del racconto, noi restringiamo il campo su un volto, provando a ritrarlo nella sua ampiezza di possibilità. La versione che proponiamo per la rassegna Circ@ ci vede coinvolte per la prima volta in tre: una pittrice e due paroliere.
A turno una di noi si farà equilibrista e rinuncerà allo sguardo, voltandosi di spalle o bendandosi, per cercare di ritrarre la persona coinvolta esclusivamente attraverso le parole che lei stessa userà per descriversi e il lavoro delle compagne che invece possono guardarla.
Succede allora che la tenerezza dell’essere guardati, del guardare e dell’ascoltare si contrapponga alla durezza di come spesso ci guardiamo allo specchio, fino al momento in cui, in un gioco spiazzante di rimandi, qualcosa della persona ritratta si rivela, nella lieve acrobazia di uno sguardo che sa farsi nudo.