Roberta: Poi però comincia una trasformazione in cui la carne sta a contatto. Quando loro tornano c’è un’incursione di una materia diversa: intanto arriva una quotidianità legata anche a vestiti meno simbolici – è vero che le camicie da boscaioli assumono una qualità simbolica perché ho il tappeto uguale – entrano elementi come più quotidiane – tute, borracce.
Come spostare l’attenzione: siamo in un allenamento compulsivo dentro questa cosa qui.
Salvatore – è l’intervallo.
Il concetto che intendo affrontare è διάστημα. Diastema significa qualcosa che separa due eventi, due oggetti, due note. […] Quell’aspetto di separazione, di pausa, di interruzione, capace di evidenziare determinati elementi. […] è l’intervallo nel senso di gap sonoro; o, se vogliamo, di silenzio tra due suoni o rumori; che costituisce l’equivalente musicale di quello che è, ad esempio, l’intercolumnio d’un tempio greco; lo spazio tra pilastro e pilastro, la presenza d’una spaziatura bianca nel mezzo d’una composizione poetica; lo spazio amorfo che separa le figurazioni d’un dipinto e ne costituisce lo sfondo. […] Questa condizione di rumore continuo, di moto costante, di divenire incessante, ci perseguita ormai ovunque. […] Molti si sono già arresi in questa battaglia, hanno già perduto la consapevolezza del significato della stasi, della pausa, del vuoto d’un intervallo. (Gillo Dorfles, L’intervallo perduto)