Gli uomini del futuro sono senza mani. [l’uomo] non maneggia più le cose, per cui nel suo caso non si può più parlare di manovre.La mano è l’organo del lavoro e dell’azione. Il dito, di contro, è l’organo della scelta. L’uomo senza mani del futuro ricorre solo alle dita. Sceglie invece di agire. (Byung-Chul Han, Le non cose)
Necessità irrinunciabile di un’archeologia del presente. Il didò come potenziale tangibile reperto, testimonianza dell’azione di una mano, ricettacolo di tracce, deformazioni della materia.
La pastosità e la sua immediata concreta epifania della traccia lasciata sulla materia . Elemento di sintesi e di allegoria. Carne più manipolabile di quella umana. Meno elastica e meno incline a tornare al suo stato precedente
tessuti che non resistono…