Fotografie deteriorate da corrosioni che rimodellano le figure. Una continua metamorfosi. Un magma corrosivo che esclude alcuni elementi, interroga l’ordine degli oggetti all’interno dell’immagine, agendo lentamente nel tempo. Reazioni chimiche in dialogo con le ambiguità del passato.
La storia (mancata) di due di noi, di due tra noi, una storia collettiva, connettiva. Una saga familiare frutto di una decomposizione felice, frutto di un ossessivo comporre/scomporre/ricomporre.
Tornare ad essere al centro dell’universo del possibile. Il lusso del perdere la testa, perdere l’identità per corrosione, ti restituisce un futuro e ti riporta in uno stato eternamente nascente, quello del poter essere tutto e niente, nella dimensione generativa del reinventare tramite gli enigmi della memoria, le mancanze, i buchi.
La lotta tra l’accadere e l’accaduto è un percorso irreversibile? Se c’è qualcosa che resta, è forse proprio e solo ciò che non torna.