Claude Cahun è una figura inarrivabile. Il cammino personale in cui ti immette l’avvicinarla attraverso modalità grafiche, fotografiche, attraverso il piglio acuto e insondabile della sua scrittura, è abissale, critico, segreto, è un generatore perenne di possibili altri da sé. Ho osservato il mio muovermi intorno ai materiali dell’artista e il mio contenere il disorientamento mettendolo in dialogo con le parole di una guida, parole che risuonano per me come dei principi e principi che indicano per me sentieri e sensibilità corporee. Si tratta del danzatore giapponese Masaki Iwana (1945-2020) e della ricerca del suo Butoh Blanc:
“It will be something that is indescribably obscure and yet securely contains lawyers of ondulation underneath rather like waves on the surface of a dark swamp.”
(Butoh- A Vector Crushed by Once’s Own Teeth, 1989, Archivio Masaki Iwana)
“Once expressor is taken away the self or subject quite naturally emerges. In other words, the expressor’s true presence replaces expression.”
(The Body and Dacing at the Core of Being Left Behind, 1992, Archivio Masaki Iwana)
Su questi fondamentali vorrei condividere segni performativi, approfondimenti sull’artista Claude Cahun, immagini, suoni, interrogativi metodologici. Non ci sono risposte, ma percorsi solitari o complici. Esistono luoghi, concreti e non, dove ci si convoca l’un l’altro per cogliersi veri e compiere insieme qualche passo in più …