Never young è la seconda parte di un dittico dedicato al tema di Lolita. Lolita nel nostro immaginario collettivo, culturale e personale, ha rappresentato la prima tappa della nostra ricerca e ha originato About Lolita che ha debuttato alla Biennale di Venezia nel 2020.
La seconda tappa che attraversa Teatri di Vetro sotto forma di appunti e che debutterà nella prossima stagione, è un affondo nei nostri tempi, una docu-performance dentro una sezione della società che troppo spesso ci dimentichiamo essere il futuro: la pre-adolescenza. Dov’è oggi Lolitə? Dove lə possiamo incontrare nella comunità che ci circonda?
La società di oggi ci impone nuove domande. Ma cosa ci vuole dire questa generazione che viene? Cosa gli abbiamo consegnato noi, Padri Storici? Cosa la politica? Cosa la televisione? Cosa il mondo disinibito e a perenne consumo del web? Cosa le nuove tecnologie?
Lolita è troppe cose per sintetizzarla in un pensiero solo, ma certo ha rappresentato dalla seconda metà del Novecento ad oggi la curiosità verso un mondo degli adulti troppo lontano per poter essere d’aiuto o troppo vicino per poterne avere rispetto. La tensione verso l’altro, verso il nuovo che si avvicina, verso lo sconosciuto inteso proprio come territorio ignoto e confine da superare, è la lunga scia che da Nabokov, a Kubrick, passando per Balthus e Degas, ha segnato buona parte dell’arte e della letteratura del Novecento.
Cos’è accaduto poi? Dov’è finita questa curiosità, quello sguardo tra innocenza e pornografia che ha attraversato in sequenza più generazioni? Come siamo passati da Lolita alle baby squillo – alla prostituzione nei bagni delle scuole – ai marchettari bambini – agli sugar baby/sugar daddy/sugar mommy? E non nei paradisi tropicali dove nel confine tra lecito e illecito troviamo ancora la letteratura, dalla Thailandia di Houellebecq al Sudamerica di Márquez, ma nelle scuole sotto le nostre case, in questa Italia presa in prestito dalla fretta, dalla libidine a tutti i costi, dal piacere indiscriminato.
Sono davvero finiti i sogni? E chi ha smesso, per primo, di sognare?
Sono dieci, cento, mille storie di Peter Pan al contrario.
Giovanə Lolitə, nuovi corpi che giocano a fare i grandi. Hanno perso l’isola che non c’è o forse semplicemente non ci credono più. Hanno annusato con un anticipo tremendo il fetore delle favole sbagliate che i genitori hanno raccontato. Vogliono ritornare a quelle originali, a quella durezza dei Fratelli Grimm che è stata nascosta all’infanzia perché ritenuta esagerata. Incastratə in qualcosa di più grande di loro, si agitano come formiche. Noi li osserviamo. Non sono più bambini. Non sono ancora adulti. Cosa sono allora?