Il corpo e l’immagine sono i due elementi fondanti il percorso della Trilogia che Alessandra Cristiani ha dedicato alla questione del corpo nell’opera di Schiele, Bacon e Rodin. Utilizzando le immagini come metodo di creazione performativa, la danzatrice ha sollecitato il corpo nella sua natura percettiva e l’immagine come strumento di visione. Il progetto ha chiamato in causa aspetti intuitivi e approcci materiali e artigianali del fare, che hanno implicato la realizzazione di nuove raffigurazioni in cui la danza ha lasciato tracce della sua intensità. Per ciascun assolo è stato realizzato un progetto fotografico con tecniche diverse. Fotografie analogiche e digitali, oggetti reali e impulsi luminosi, manufatti e visioni che raccolgono e restituiscono il corpo come luogo di visione. È necessario cadere nell’affondo che l’azione e il pensiero possono regalare, intrecciandosi potentemente tra loro, nel momento in cui predisponendoci all’esperienza ci facciamo aperti e forse nuovi. Ci sono sentieri che scorrono sotterranei, come vene propulsive, sono trame di forza, stupore, fatica e di stordimento anche nel vedere risorgere in altre consistenze le proprie percezioni…
Per avvistare delle frontiere che riguardano la corporeità occorre interrogarsi su quanto attraverso l’immagine carnale rimane sommerso, ancora da raggiungere…