(Appunti, celebrazioni e proteste di un corpo vulnerabile)
Partendo dalla propria esperienza autobiografica, la performance si manifesta come processo totalmente aperto, un discorso danzato che indaga le memorie e le tracce lasciate sul corpo dalla cultura della violenza e dell’offesa. I movimenti sono articolati come un vero e proprio flusso di coscienza dei sentimenti e delle sensazioni, che esplicitandosi sulla scena vogliono esprimere azioni di protesta e denuncia silenziosa. Il corpo si fa simbolo di un territorio in cui indirizzare il pensiero di Cura e il movimento libero vuole esprimere uno slancio rivoluzionario a partire dalle proprie vulnerabilità, un corpo che danza con l’obiettivo di sciogliere tensioni arginate nel tempo.