Lo spettacolo si ispira alla “Montagna” come archetipo universale del sacro. L’Himalaya, la più vasta e alta catena montuosa del mondo, ha esercitato un fascino indiscusso tra gli esploratori di tutti i tempi. Questo lavoro si inserisce in una personale ricerca rivolta ai temi della spiritualità nell’arte, riflettendo non tanto sulla vetta da raggiungere ma sul percorso che si può trasformare in un’esperienza ritmica, sostenuta dal suono primordiale della batteria.
Immersi in un’atmosfera in cui dialogano movimento, luce e suono, si percepisce il richiamo di un “altrove” che talvolta è possibile raggiungere.