Performance sonorizzata in cui la parola si fonde con le atmosfere immersive della drammaturgia sonora.
Il concept letterario oscilla tra la ricerca di un distacco terreno, e la tensione al ricercarsi e relazionarsi tra corpi, prendendo ad esempio la natura istintiva, autentica, affine all’animale, liberata dalla parola significante e mistificante. Può essere inteso come un’opera performativa e letteraria al limite della realtà, dove prevale sia visivamente che musicalmente la dimensione onirica e perturbante del flusso di coscienza.
La performer presta il suo corpo/voce per dire e al tempo stesso disfare il racconto, liberando il linguaggio in un’espressività vocale anarcoide, attraversata dal canto, dall’onomatopea, dal respiro in un dialogo continuo con le sonorità da lei prodotte sia con dispositivi elettronici che con piccoli strumenti a fiato e percussivi, ora più sostenuto, ora più oscuro e inquietante, ora più etereo. La parola Vs il verso, la disgregazione grammaticale, la ricerca di un linguaggio prenatale e/o animale.
I testi della performance sono tratti dalla raccolta “La bambina lo sa”, Ed. La Gru. I visuals a cura di Jody Ellen (visual artist, Bologna) sono ispirati dai testi poetici e si impongono come scenografia visionaria.