Le immagini che accompagnano la 17esima edizione di Teatri di Vetro Festival sono dei dittici di Tiziano Demuro composti ciascuno da un’immagine esuberante e da una meno in evidenza – ma in realtà quella su cui l’occhio “atterra”. Una narrazione che invita allo sguardo minimo, sottile, collaterale.
Lo descrive così Tiziano Demuro:
Nulla è stato scritto
QUOTIDIANO:
di ogni giorno, che si fa o avviene o ricorre tutti i giorni. Abituale, usuale, e quindi normale, ordinario […] Con valore neutro, ciò che appartiene alla vita di tutti i giorni.1
La vita e l’arte mettono in scena azioni, oggetti e situazioni “allestiti” in archivi visuali. La restituzione di questo ordinario avviene attraverso l’osservazione, la documentazione e, in alcuni casi, passa per una rielaborazione, una teatralizzazione di ciò che il quotidiano ha offerto come scintilla.
Accettare la realtà dell’esperienza quotidiana, del futile, del banale, diventa un esercizio di convalidazione del reale lontano da ideali astratti.
Il percorso visivo che si dipana tra una strada maestra e un sentiero nascosto nella quotidianità entra nella narrazione dell’esistere, senza pretendere di ottenere una risposta definitiva. La quotidianità è composta di frammenti e così saranno i sussurri che le immagini possono offrire.
Il linguaggio elaborato dall’intimo esplode nell’universale e ci permette di guardare la banalità come uno specchio delle nostre fragilità, del nostro inconscio o più semplicemente di quello che spesso ignoriamo.
Le immagini periferiche sono miniaturizzate per creare uno spazio intimo che naturalmente accoglie la propria scena. Il loro compito è attivare un dialogo mutevole con il palcoscenico e parlare all’esperienza dello spettatore, che al loro sguardo ne diventa inconsciamente attore.
Tiziano Demuro (Sardegna,1992) è un artista visivo.
Il suo percorso sull’immagine contemporanea è affrontato attraverso sperimentazioni cross-mediali. La sua ricerca si focalizza su storie che comunemente soggiacciono a narrazioni primarie che le sovrastano. Nella produzione più recente si è focalizzato sullo studio dell’immagine in relazione all’olfatto e alle pratiche sinestetiche che ne scaturiscono.
Consegue la laurea magistrale in Fotografia presso l’ABA Brera a Milano. Dopo una parentesi lavorativa in Lituania presso il Kaunas Photo Festival, oggi vive e lavora a Milano e continua la sua ricerca collaborando con brand, magazine e istituzioni culturali sia sul territorio nazionale che estero.
Dal 2019 collabora come docente di fotografia e comunicazione visiva con enti di formazione come Accademia del Lusso e Acof Moda Milano.