SKIN, sulla nostra pelle un mosaico collettivo è un progetto interdisciplinare di Triangolo Scaleno Teatro – direzione artistica Roberta Nicolai, iniziativa finanziata con fondi della Regione Lazio , che attraverso danza, fotografia e riflessione condivisa e collettiva, riporta l’attenzione sul corpo, sulla pelle, ne esplora le ferite, le cicatrici, coinvolgendo attivamente gruppi di cittadinanza trasversali nella città di Roma e in Regione attraverso laboratori di danza e espressione corporea, un evento performativo a ingresso gratuito il 28 novembre alle 18,00 a Carrozzerie n.o.t. e una pubblicazione cartacea.
Ogni laboratorio si articola in esperienze corporee e espressive di danza e dialoghi, attivando una vera e propria consultazione collettiva, uno scambio di narrazioni personali – sia corporee che verbali – intorno al tema della pelle e della mancanza di contatto. Tutte le riflessioni, i pensieri, le narrazioni dei partecipanti confluiscono in un numero speciale di una pubblicazione cartacea stampata al termine del progetto. Al termine di ogni laboratorio, ogni partecipante individua una porzione della propria pelle e, in uno spazio separato dal gruppo, offre la sua parte di pelle alla macchina fotografica. Le foto raccolte vanno a creare un archivio singolare/plurale. Vengono composte in un mosaico digitale realizzato dall’artista Bri Di Tanno andando a creare un video di frammenti individuali in una composizione collettiva.
Il progetto culmina in un evento performativo a cura di Paola Bianchi, il 28 novembre alle 18 a Carrozzerie n.o.t. a Roma, in cui quattro performer – Paola Bianchi, Marta Bichisao, Lucia Guarino e Daria Greco – creeranno, a partire dalle immagini e dall’ambiente sonoro di Stefano Murgia, la propria personale danza riportando in azione e relazione con l’esterno pelle e corporeità e tracciando, attraverso la danza, una narrazione individuale e plurale al tempo stesso.
SKIN è l’evoluzione di un precedente progetto realizzato a partire dal primo lockdown del 2020, LA MIA PELLE È TEATRO, ideato da Paola Bianchi, Alessandra Cristiani e Silvia Gribaudi e dalla fotografa Brì di Tanno che ha coinvolto 44 artisti (tra coreografi/e, musicisti/e, performer). Un gesto politico poetico, un’azione corale nata durante i mesi di assenza forzata dalla pratica della scena. Nel 2020 grazie al sostegno dei festival Teatri di Vetro, Tendance e Inequilibrio / Armunia, LA MIA PELLE È TEATRO è diventato un manifesto di 70cm x 70cm, un video e una mostra fotografica (ogni tassello di pelle è stato stampato in formato 10 cm x 10 cm).
La pelle è l’organo di senso, medium percettivo, che funge da mediatore tra l’organismo e il mondo esterno e che, negli ultimi due anni ha subito questa mancanza e alterazione dell’altro da sé. La pelle è il luogo delle sensazioni, dell’incontro, del contatto, dell’isolamento. La pelle è il nostro abito insostituibile. È a partire dalla pelle che si creano le reazioni affettive di un corpo. La prima sensazione dell’io è epidermica. La pelle è una rivestitura che contiene gli organi, un sacco poroso, fessurato, agitato dai recettori che incontrano, durante la vita quotidiana, l’alterità, la pelle dell’altro. Attraverso la relazione della mia pelle con me stesso e tra la mia pelle e la pelle dell’altro si crea un’intesa vitale essenziale.