Il progetto ha origine da due pratiche che si confrontano, movimento e suono, corpo e installazioni sonore. Due ricerche in dialogo per esplorare il rapporto tra organico e meccanico attraverso l’azione performativa.
La Mechanè era una gru usata nel teatro greco per sollevare in aria gli attori e simularne il volo. Un artificio che racchiude un’esperienza fondamentale della messa in pratica di un desiderio primordiale: la tendenza al divino.
Forse tutta la tecnologia può essere vista come una strategia per disincarnarsi, per superare i confini del corpo, dello spazio, del tempo.
Mechanè è una performance che si nutre di diversi dispositivi elettromeccanici e indagini somatiche relative ai temi di forma, informazione, connessione, iperstimolazione, velocità, respiro.
Con la sparizione dei corpi il pubblico sarà invitato ad entrare nello spazio installativo e abitare ciò che resta.




