
“Gli altri esseri umani li trovai nella direzione opposta”
Thomas Bernhard
Nel tempo trascorso, una sola domanda ha attraversato il nostro pensiero: come rispondere alla cancellazione violenta e ingiustificata di vent’anni di lavoro, ricerca, studio, bellezza?
Una sola strada è possibile:
andare nella direzione opposta.
Radicalizzare la nostra prospettiva sull’arte.
Tenere salda al centro la ricerca, la ricerca, la ricerca.
Rifiutare ogni forma di galleggiamento per sopravvivere.
Reagire alla mortificazione del rischio culturale con l’azzardo artistico.
Continuare a interrogare la creazione, macchinandola con il fuori da sé.
Predisporre spazi che diventano luoghi grazie alla presenza viva di chi sceglie di abitarli: artisti e artiste, spettatori e spettatrici, teorici e teoriche. Tutti e tutte.
Davanti a noi, un mese denso di pratiche.
.MOV e TRASMISSIONI si offrono come territori di sperimentazione, cornici aperte, capaci di accogliere e trasformare.
.MOV non è solo una rassegna: è un punto di osservazione sulla videodanza internazionale.
Le proiezioni si susseguono come un flusso, un ambiente da abitare.
Gli incontri sono scambi, dialoghi, partecipazione attiva.
Qui lo spettatore non consuma: condivide.
TRASMISSIONI è il ritorno alla sala, al corpo, alla pratica.
Processi incarnati, microstrutture compositive, gesti che rivelano divergenze e tensioni.
Un laboratorio vivo, dove l’arte non dà risposte ma genera domande.
Dove si costruiscono immaginari, si sovvertono regole, si abita l’instabilità.
In entrambi, la danza contemporanea come campo aperto di indagine.
Campo poetico, ibrido, indisciplinato.
Con .MOV e TRASMISSIONI, Teatri di Vetro inaugura una nuova stagione.
Dolorosa ed entusiasmante.
Sono i primi atti di un festival che diventa Presidio di pratiche e pensiero, al suo diciannovesimo anno.
La paura c’è. La costante paura di svanire.
Per questo chiediamo di non essere soli.
Di nutrire e coltivare insieme questo nuovo campo d’azione.
Non ci sono biglietti da pagare.
Ma ti chiediamo di esserci. Di partecipare.
Con la tua presenza, il tuo pensiero, la tua voce.
Contribuire, se vuoi, con documentazione: foto, video, testi, commenti.
La presenza e lo scambio ci aiuteranno a delineare la necessità che ci muove.
In un tempo segnato da conflitti devastanti e disastri umani difficili da immaginare, ci sorprende ritrovarci a pensare che anche la ricerca artistica sia diventata un campo di battaglia.
Sappiamo che il paragone è sproporzionato, e ce ne vergogniamo.
Ma sentiamo che sotto attacco non siamo tanto noi,
quanto ciò che ci muove, ciò che ci riguarda davvero: la cosa di cui ci occupiamo.
Ed è in nome di questa cosa – fragile, necessaria, vitale –
che lanciamo la nostra chiamata alle arti.
#nonsolonumeri




