
Un’estate che ci mette alla prova.
A luglio siamo stati travolti da eventi che non avevamo previsto.
Riassumiamo brevemente i fatti.
Teatri di Vetro, da oltre 18 anni presidio della scena contemporanea, è stato drasticamente penalizzato dalla Commissione Ministeriale nella valutazione dei progetti triennali 2025–2027. Il nostro punteggio, che nel 2024 era 29, è crollato a 8,5. Un numero che ci esclude dal contributo pubblico.
Ma dietro quel numero si nasconde molto di più: una delegittimazione profonda del lavoro artistico e curatoriale che portiamo avanti con passione, rigore e visione. Numeri che generano altri numeri: giornate di lavoro perse, spettacoli cancellati, economie svanite, reti spezzate. Forse, la fine di un festival. La fine di un campo di indagine, di incontro, di trasformazione.
Non siamo soli. Insieme a noi, festival e realtà culturali sono state escluse o messe in allerta per i prossimi anni attraverso la riduzione drastica del punteggio.
Festival che hanno fatto la storia della danza e del teatro contemporaneo in Italia. Festival che hanno scelto il rischio, la complessità, la ricerca.
Ora in acque placate dalle assegnazioni che non hanno fatto feriti, contiamo i morti.
La tentazione è quella di rispondere ai numeri con i numeri, quelli che in questi anni hanno misurato la crescita del nostro festival.
Ma non lo faremo. Perché non sono mai stati solo numeri.
#nonsolonumeri
E Teatri di Vetro non è mai stato solo un festival.
È una prospettiva sull’arte, un luogo di pensiero, un laboratorio di visioni. Ha sostenuto la ricerca e si è fatto esso stesso ricerca. E questo, nessun taglio pubblico potrà cancellarlo.
Entriamo in una zona trasformativa, incerta sicuramente ma speriamo fertile. Consapevoli della nostra vulnerabilità, non sappiamo dove questa fase ci condurrà.
Sappiamo soltanto che abbiamo dedicato tutto alla ricerca. E sarà impossibile vivere senza.
Solo per questo, nonostante le difficoltà, stiamo progettando nuove pratiche, nuove possibilità, nuovi rilanci. Restiamo in movimento. E vi vogliamo con noi.




