Ilenia – qui si sviluppa una sorta di magnetismo.
Costruire e dissolvere la sequenza è mettere l’accento sul fatto che la materia è accadimento, il mondo è fatto di accadimenti non di cose
Non trattenere. In questo lavoro il fatto che tutto è un flusso di accadimenti.
Lucia – questo vale anche come traiettoria della ricerca personale. Non fissare totalmente il movimento, il gesto, ma lasciargli quello spazio di variabile… In questo caso accade nel micro e nel macro. Il micro e il macro in questo lavoro sono due livelli dello stesso organismo.
Non sono così distanti. Non creiamo la coreografia come la struttura fissa. L’esattezza è nel riattraversare quella postura, quel sentire. Stare dentro una serie di stati.
Roberta – Entrambe molto pulite e esatte. Passate dentro lo stato della forma, la definite un attimo per essere già da un’altra parte.
Poetica di entrambe e fortissima tensione comune.
Lucia – nonostante abbiamo cominciato cercando un alfabeto comune poi abbiamo scelto di non renderli geroglifici, di non scolpirli nella pietra.
Ilenia – C’è stato il dubbio: facciamo un unisono perfetto. Poi abbiamo detto no. C’è una bellezza nello spostamento che ognuna crea all’interno dell’alfabeto comune. In questa prospettiva la sequenza viene destrutturata, poi ricercata, poi si destruttura mentre viene eseguita. È un elemento forte e anche uno dei sensi profondi del lavoro e che tiene agganciati gli spettatori.
Ilenia
Appunti
Istanze artistiche individuali presenti nella ricerca condivisa e nei miei lavori attuali.
Esistere in relazione ad altro: corpo= manifestazione fisica del tempo nello spazio, come suono concreto e visibile che vibra negli spazi.
Essere in continua trasformazione, del e nel visibile, e del e nel sottile. Il mio micromondo organico risuona con altri micromondi nel e col sistema macro che determina e contemporaneamente si ridefinisce.
Risonanze e dissonanze vive, non subite.
Procedere con l’Altr* come entità connesse e allo stesso tempo autonome.
Lo spazio è atmosfera densa che si ricrea dalla pressione sempre qualitativamente diversa del corpo.
La cura dell’articolazione di ogni singolo parametro del movimento determina una narrazione non descrittiva che somma livelli di complessità drammaturgica: dalla concretezza della presenza nella relazione, alla pelle dell’emozione, all’astrazione del pensiero, all’emanazione del simbolico.
Predefinizione rigorosa del processo ma non della verità cangiante nella forma, ma non nel senso, del suo dispiegarsi.
Creazione come evento/insieme di eventi che sono causa e risultato di processi. Nulla è mai veramente statico in sé.
Non prescindere dalla tensione energetico-relazionale con l’Altro che è il pubblico.