Roberta – Due figure, due prospettive, due posture, due storie, due attitudini distinte che si danno la possibilità di una grande intercapedine, un grande spazio d’azione che è sia lo spazio fisico materiale, sia immaginifico e creativo. Pur riverberando l’una nel corpo nell’altra, pur avendo questo filo d’ascolto, si danno spazio e questo definisce la danza dell’una e dall’altra.
Ilenia – qui siamo nella piena manifestazione del nostro riverbero. Qui è già un agire nel vuoto.
Lucia – riosservare il lavoro più da vicino mi fa capire come siamo state capaci di far coesistere realmente i nostri corpi, le nostre ricerche. Non è stata una finzione. Ma una reale condivisione di uno spazio. Nell’accogliere anche la nostra diversità.
Fuori da me. quanto questo fuori è agito dalla potenza l’una.
Apertura al fuori. E questo fuori contribuisce a creare la mia individualità, la mia partitura.
Porosità ed emergere dell’individualità.
Ilenia
SOMEWHERE appunti dal quaderno
Tensione-Attenzione-Risonanza fisica continua con l’altra.
Le “bolle immaginifiche individuali” arricchiscono il dialogo generando nuove strategie di comunicazione tra i corpi.
Sono e sento. Ti sento.
Tempo non lineare.
Senso d’attesa. Qualcosa accade, altro deve accadere. Attesa di tempi e incontri altri.
Dalla densità dell’atto in potenziale alla complessità dell’atto agito e condiviso.
Il corpo singolo come spazio eterotopico rispetto alla realtà circostante e all’altro corpo. Uno spazio interno in cui viviamo un’identità diversa da quella percepita da altri e da noi stessi in relazione al “fuori da noi”. Il nostro spazio di “solitudine”, nell’accezione anche positiva del termine, che può collimare con quello dell’altro o integrarsi in nuovi spazi ridefiniti.
Alcuni spunti dal testo su Foucault
“Le eterotopie sono accostamenti incongrui tra elementi eterocliti e contro-spazi che si oppongono ad altri per cancellarli, compensarli, neutralizzarli, purificarli. In ogni spazio c’è un rapporto di esclusione (due corpi non possono occupare lo stesso spazio) e nell’eterotopia questa esclusione diventa incompatibilità. Sono spazi che neutralizzano altri spazi perché quando vi entriamo la differenza è assoluta e sono contraddistinte da una funzione anarchica e quasi di resistenza in cui viene liberata l’immaginazione che fa percepire come illusorie le realtà autarchiche degli spazi “normali”.