Di quale corpo abbiamo paura?
Quale fiducia riponiamo nel corpo se non quella che viene soddisfatta dal nostro grado di controllo, di manipolazione, di devianza?Forse per una intuizione carnale siamo di fronte a una fenomenologia invisibile e materiale, che si fa largo tra muscoli, nervi, ossa, emozioni, fiorendo ogni volta nelle sue delicate alterazioni organiche. Esiste il corpo come allarme, che impercettibilmente sopravvive al suo universo interiore. È quel corpo dal suo reame oscuro, a testimoniare che non c’è discorso, organizzazione immaginativa, realtà tangibile che possa afferrarlo per come è, nel verso che ha, nel suo divenire enigmatico. La fragilità, il mistero sono le uniche voragini che possono tentare di avvicinarlo.