lungo il percorso di creazione, ad ogni apertura pubblica che ci hanno proposto, per ognuna di esse abbiamo pensato ad una forma da condividere col pubblico ogni volta trattandola come un operazione a sé e il più compiuta possibile rispetto al punto in cui si era arrivat*. ogni presentazione di “studio” quindi è stata una forma di live set autonoma, sempre più tendente verso i materiali originali, composti da EMB, tralasciando gradualmente i brani e i sample preesistenti
la pratica musicale del sampling viene spostato alla pratica scenica, come terreno fertile di interferenza, conflitto e quindi dramma. la nozione di caduta “diffusa” diventa così il mezzo per scrivere questo “cedimento”, questa forma specifica di “cedimento”. nel modo di trattare la materia corporea, essa ha cominciato così a tendere all’invenzione di coordinate di uno spazio della moltiplicazione, dell’”iper”. c’è un dolce abbandono allo spazio, la sua arrendevolezza celebrata per sorridere alla terribile sua apparenza.
il corpo qui è una materia che si lascia informare verso un ordine temporaneo del tumulto che lo percuote, una logica canalizzatrice delle infiltrazioni che lo abitano.
appare che questa danza stia spesso “tra” i suoni, o meglio che le sue ragioni invisibili si posino su uno spazio infra-sonoro, dialogando “materialmente” essa stessa come evento sonoro, laddove il corpo cede nel risuonare a voce frammentata, farfugliata, urlo, lamento e “manipolazione”.
All le voix por call me god
All le voix por call me son
All le voix forgiven
Hoy ressuscité in cri
Rajul
Sin land
In lands
Sin rajul
Jungle
In dawn el dull marche
Beyond el fleuve
Sale beso
Vide bouche
Neon
Navigué égout
Sad chant des soldiers
Kit voce manipolata
Hiver
Beyn oublié legs
Nail
Vein
Pain
Pay
Buy
jabal, J.I.
cade si certo, di continuo, come la scena fa da sè. come il canale di questa caduta, la sua traiettoria e quindi moltiplicazione (ambiente e articolazione della voce), è la scrittura coreografica che appare alla visione, istantanea. Un situarsi quindi nello spazio invisibile di una resa “allucinata”, come partitura musicale di un accadimento attraverso il corpo